Elena, liceo classico, quindici anni, è la schiava di tutti. Dipende dal gruppo, dalla sua crew, e il gruppo dipende da lei. Il suo è un vero e proprio servaggio sessuale, come nemmeno in «Dogville». Un giorno, infine, Elena intravede una possibile via di liberazione. Ed ecco che i fidati Oskar, Luca, Antonio, e persino il «suo» Marco, per non parlare delle loro fidanzatine — che vedono Elena come il fumo negli occhi — da carcerieri si trasformano in aguzzini, in una sorta di comico-tragica «caccia alla strega». Una storia intensa e veloce che nell'alternarsi di scene esplicitamente sessuali, o fortemente drammatiche o irresistibilmente buffe, racconta della salvezza e della grazia, oggi, attraverso il destino di una figlia e di una madre. Una scrittrice che sa farci innamorare del suo personaggio, calandoci nel punto di vista di una ragazzina in eterno movimento sul suo skate, che anche nella vera e propria abiezione riesce a risultare intoccabile e del tutto innocente. Non porta colpe né le addossa agli altri, adulti compresi, perché, semplicemente, vive al di là di tutto questo.