»Neppure un rigo in cronaca» e una storia abbastanza autobiografica, un po' nostalgica, un po' gialla, decisamente divertente, ambientata nella Milano di fine anni cinquanta, prima del boom economico. Quando, nei quartieri di periferia, che avevano ancora l'aspetto di paesoni, la vita si svolge in piazza, i bambini giocano a tollini in strada, compaiono le prime fiat 500, arriva la 7Up, i gelati si fanno con le polverine e tutti cercano invano di azzeccare una risposta a Lascia о raddoppia? Mentre in centro sorge la Torre Velasca, il nuovo simbolo della citta borghese e moderna. E proprio qui si svolge la piccola grande awentura di cui sono testimoni i narratori del romanzo, due bambini, assieme alia loro arnica del cuore, Maria detta Madu. Al diciannovesimo piano della Torre Velasca una banda criminale improwisata ha infatti deciso di compiere una rapina a scopo di denuncia politica. Protagonisti del colpo sono il maestro di scuola elementare di origini napoletane Silvio Diotallevi, il gelataio comunista pugliese Defendente Lopane, il proprietario del Bar Tabacchi, dove ci si ritrova a giocare a biliardo e a guardare la tv, Gilberto Alberti e suo cognato, il giornalista frustrato Claudio Brusa. A loro si uniscono poi un piccolo malavitoso, Antonio Mitri, e un attore marxista noto per la sua noia, Paolo Ciampin. Tutto e stato pianificato nei dettagli perche scoppi lo scandalo... Tra nostalgia dell'infanzia e di una Milano d'altri tempi, con le sue ingenuita e passioni rievocate con simpatia e ironia, un racconto esilarante e commovente assieme, per chi ha vissuto quegli anni e per chi ancora non c'era.